Andiamo subito al dunque, tanto siete tutti qui pe questo: è successo! Le snelle cosce di Tom Mison sono apparse sul nostro schermo non nei soliti pantaloni vintage, ma in un paio di skinny jeans appositamente scelti per darci due minuti di LOL prima di tuffarci in una delle puntate più dense di Sleepy Hollow finora. Vi agevolo una GIF nel caso vi serva ripercorrere il momento.
Gli autori hanno sicuramente fatto la scelta giusta rimettendo addosso ad Ichabod i suoi soliti vestiti quasi immediatamente: il personaggio che amiamo è fuori dal nostro tempo con il suo linguaggio e le sue maniere, ma anche con il suo aspetto antico. Non sarebbe la stessa cosa se andasse davvero in giro in jeans. Quindi via, a combattere il demonio in costume settecentesco!
Il demone Ancitif è stato mandato già nella scorsa puntata a terrorizzare il capitano Irving attraverso degli sconosciuti che gli parlavano con voce demoniaca, minacciando sua figlia Macey. Dopo che tutti iniziano a pensare che stia andando fuori di testa, Frank ha la bella idea di rivolgersi a Abbie e Ichabod.
I due attingono alla documentazione dello sceriffo Corbin sul sovrannaturale e non solo scoprono l’identità del demone, ma anche che diversi anni prima aveva posseduto Jenny Mills.
Puntata dopo puntata, Sleepy Hollow sta trovando maniere sempre più efficaci per far sì che il cattivo della puntata non sia solo funzionale alla trama a livelli di fatti, ma riesca anche a stravolgere le relazioni tra i personaggi.
La parte importante della puntata non sta nello sconfiggere i demoni. Al di là dell’occupazione fisica di Macey, è Ancitif ad essere il vero tramite. La chiave non è lo strumento magico/sacro che salva i protagonisti dal demone, ma l’amore familiare che emerge tanto per la famiglia Irving che per le due sorelle.
Di The Vessel non rimane soltanto l’immagine di Macey sospesa a mezz’aria. A colpire è soprattutto la riconciliazione tra Abbie e Jenny, che nonostante tutto stanno ancora imparando a convivere pacificamente. Abbie deve imparare ad accettare che Jenny non la evitava solo per via dei loro rancori, ma anche perché era terrorizzata che il demone che la possedeva avrebbe davvero fatto del male a sua sorella, come minacciava.
A centrare nel segno è Frank che finalmente si rende conto degli errori che ha fatto con la sua famiglia, per la prima volta pronto ad affrontare una vita con loro senza che avere “tutto il peso del mondo sulle spalle”.
Nel corso della puntata, come sempre, ci sono vari elementi che suscitano perplessità, a partire dal poliziotto biondo che giace morto in una siepe per tutta la puntata, senza che nessuno si preoccupi anche minimamente di cercarlo.
Merita un “ma dai” anche la scena in cui Frank Irving va fuori di testa per l’ennesima volta, puntando la pistola contro un dipendente, senza che nessuno decida di togliergli l’arma o almeno di fargli un paio di domande sulla sua salute psichica.
È solo alla fine di un episodio ottimo che quello che dovrebbe essere un cliffhanger diventa un momento di ridicolaggine totale. In inchiostro fluorescente, nella Bibbia di Washington appare la scritta “December 18th 1799”, nella scrittura del primo Presidente.
Sconvolti, i due si chiedono come abbia fatto a scriverlo quattro giorni dopo essere morto, ignorando completamente il fatto che se io adesso scrivo 16 gennaio 2214 probabilmente entro allora sarò morta, ma ho scritto la data. 200 anni prima.
Non può che essere fastidioso che un telefilm che riesce a rendere credibili ogni sorta di deliri mistico-cristiani e demoni vari, per non parlare della vera identità dei padri degli Stati Uniti, perda la sua solidità in dettagli che appartengono esclusivamente al mondo reale.
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